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venerdì 9 luglio 2010

Heineken Jammin' Festival - Seconda serata

Ci svegliamo, per modo di dire. Siamo un po' rincoglioniti, un po' tanto. Sicuramente il dottore non mi ha detto che 4 ore di sonno fanno bene, anzi.
Però la giornata è fantastica, e dopo una colazione a base di cornetto digommapiuma, cappuccino alla pipì di ratto e il thè della lidl ci mettiamo in moto. Oggi si va alla volta di Venezia: i ponti sono fin troppo ripidi per i miei gusti e la macchina fotografica si fa sentire abbastanza. Camminiamo e camminiamo, ci facciamo giuoco dei turisti (o meglio, io prendo in giro) che cercano di immortalare i canali veneziani con le loro macchinie compatte, o, ancor peggio, con i telefonini. Poi passiamo davanti a un tizio vestito da antico romano, ed ecco subito un gruppetto di ragazzini nordici che si butta pronta a farsi fotografare (a Venezia poi, che tristezza). Tra gondole e vicoli e piazze e maschere giungiamo in Piazza San Marco che visioniamo molto rapidamente, dal momento che è metà coperta causa lavori di risrtrutturazione. Ci tocca far la spesa, e noi, da bravi organizzatori di vacanza in campeggio, pensiamo bene di acquistare tali prodotti: un pacchetto di marshmallow, un pacco di plum cake con gocce di cioccolato, un vinello, acqua naturale e 4 birre, poi travasate in bottiglie di plastica, ottimo posto dove farle riscaldare e trasformare una bionda in una doppio malto rossa. Niente pane e niente prosciutto o philadelphia, giustamente. Ma noi siam fatti così, che ci possiamo fare.

Il ritorno è un'odissea e ci addormentiamo nel pullman, stracolmo di gente e di signore ciccione e puzzolenti. Giungiamo al campeggio che il concerto è già iniziato... Il tempo di riposarci un attimo e saliamo sulla navetta privata diretta all'HJF. Io e Edo siamo ai posti davanti, Fabiola è invece seduta nel bagagliaio come i cani e come non la sentiamo più ci preoccupiamo subito del biglietto di Edo, che era nella borsa della sfortunata ragazza. Lo stesso spavento che mi sono preso la sera quando l'ho vista sparire con la mia Nikon nelle mani.
Ma come arriviamo, eccheccazzo, inizia a piovere e tira vento. Prontamente mi metto la felpa che avevo portato per coprire la macchina fotografica e sono pronto per mettermi in fila al baracchino dei panini per mangiarmi un magrissimo panino con cotoletta, peperoni, cipolla, ketchup e maionese. Rifocillatici, siamo pronti per svaccarci sul prato. La gente pian piano torna, come vede il cielo aprirsi nuovamente. Ben Harper, poverino, se la canta, ma ogni volta che cambia canzone c'è qualcjhe stronzo che da sotto il palco urla Pearl Jam Pearl Jam Pearl Jam... i quali poi arrivano, e in mezzo al pogo inizio a preoccuparmi non tanto per la mia anca quanto per la mia reflex, tanto da spostarmi a lato, dove purtroppo incappo in un burino che si era calato, come minimo, di cheta o qualcosa del genere. La musica è bella e le luci sparaflashate mi rincoglioniscono un po', però siamo tutti quanti presi bene. Ed è questo l'importante...
Altra notte quasi insonne, mangiati dalle zanzare, alle 5 a cercare di chiudere la tenda, praticamente in panico. Con delle facce da tossicodipendenti salutiamo il nostro bel campeggio e ci dirigiamo in stazione, dove faccio colazione con brioche al cioccolato e un chinotto. Treno, direzione Milano, riposo. O almeno per me, gli altri due sono andati a Gardaland poi... ah, pazze risate!
Raconto stringato, certo che sì. Se volete saperne di più la prossima volta venite anche voi ;-)

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