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mercoledì 16 giugno 2010

Starbucks in Italia? La vedo dura

L'altro giorno sono stato all'Arnold Coffee, quel posto che insieme ad Abercrombie è diventato la seconda casa per molte titoliviane. Mi stavo interessando in questi giorni alla questione Starbucks in Italia e ho voluto dare un'occhiata all'Arnold per vedere se il format americano era arrivato a noi con qualche modifica o se era rimasto invariato come è nella grande mela o nell'uggiosa capitale inglese. 

I prezzi sono alti. Davvero alti. Ma proprio come quelli inglesi o americani.
La scelta è forse un po' ridotta ma ci si può comunque sbizzarrire.
Il banco dolciumi non è male, peccato che un donut costi il doppio che negli USA.
Per un tè aromatizzato invece bisogna aprire un mutuo.



Però non è Londra. Non è Berlino. Non è NY. Non c'è accanto BORDERS, e di conseguenza niente Moka Frappuccino Tall o American Coffee Medium davanti aun bel libro di brand.


Ci sono anche altre differenze organizzative. Sarà che non c'era molta gente, ma il mio caffè americano mi è arrivato dopo manco un minuto, al contrario dei 3/4 minuti all'estero. Questo perché da Starbucks l'ordinazione passa a chi si occupa solo di fare il caffè, non come da Arnold che chi sta alla cassa tosta anche i chicchi di caffè. Il muffin non è male, peccato che con gli stessi soldi mi compro 6 cookies al cioccolato in qualsiasi supermarket americano.


Ma tornando alla question Starbucks in Italia, vorrei spiegare alle bimbeminchia che infestano facebook con link che richiedono la famosa catena anche nello stivale che Starbucks non potrà mai prendere piede, e se lo dovesse fare, ci vorrebbe molto ma molto tempo. Leggevo su internet infatti alcune cosine: per un americano è più importante che lo starbucks sia vicino a un punto di riferimento (quale la metropolitana o l'ufficio) che il prezzo di una bibita. Starbucks è infatti più un locale a la carte che un bar, come invece è da noi. In Italia vi è quasi un rapporto fra habituè e barista, ogni bar ha la sua storia e una sua anima, non come starbucks che è fatto con lo stampino. Quindi per quante possano essere le ragazzine fan del simbolo UK-USA vi saranno tanti "tradizionalisti" che continueranno a preferire un rapporto qualità-prezzo adeguato (80 cent per un caffè e non € 2,30). Poi, a me personalmente piace molto il caffè americano, ma quanti italiani sono abituati a berlo? Neanche così tanti.


E poi ci sono 50 bar in ogni strada, qui in Italia. Mi sembra il caso del McDonald's aperto in quel paesino in puglia dove fanno uno dei pani più buoni al mondo (per non parlare degli altri prodotti caserecci). MCDonald's chiuso dopo un mese. Ci sarà un motivo, no?
Quindi va bene avere qualche idea simile ai nostri amici, però una cosa è apprezzare la cultura culinaria (e non solo) di altri paesi, un'altra è volere Starbucks solo per andare in giro facendosi vedere col caffè bollente in mano con tanto di mega-logo spiaccicato sopra!

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