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sabato 26 giugno 2010

Panico e paura.

Mamma mia, ma è un sacco che non scrivo sul blog! Sarà il caldo, le giornate col sole, le notti illuminate dalla luna, i giri in bici sulle cime milanesi (sulle colline di rifiuti, per intenderci) ma mi sono quasi dimenticato del blog. Oddio sarò meno nerd ora? NAAAAA.

Sono state belle giornate queste, fra serate tutte diverse, conoscendo gente sul momento, trovandosi allo stesso tavolo sconosciuti che ti salutano manco fossi il figliol prodigo tornato a casa dopo dieci anni, bevendo birra annacquata e cocktail senza ghiaccio. E così oltre alle colonne (e al Bar Rattazzo, il Baffo e il Banco), dove dopo un po' uno si rompe, ho girato per posti un po' alternativi, quali il Frida Cafè, sono tornato dopo diversi mesi al C.S. Leoncavallo e sono andato a rilassarmi al Blanco Milano (fail invece all'Atomic Bar, dove, causa denunce per disturbo alla quiete pubblica, non c'era musica...).
E ier sera invece seratooona panico e paura all'evento Giant Bass: dj che mixano davvero e non che cambiano le tracce con windows music player come all'old fashion, persone che ti si ribaltano contro facendo dei voli della madonna, gente collassata per terra che fissa le stelle fra quell'inebriante odore di vomito, ragazzi fino a un secondo prima schiacciati su un muro in mezzo alle piante che ti vengono a parlare, ciuchi come pochi, che ti dicono che devono tornare in moto con un amico ancor più sbronzo, open bar e specchi maledetti dove la gente va a sbattere e poi foto, flash, luci psichelediche e un buttafuori che è uguale a Hulk Hogan. Infine il ritorno percorrendo strade infinite, costeggiando i navigli mentre sorge il sole.



La poesia a Milano c'è (forse troppo poca), basta coglierla.

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