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lunedì 8 giugno 2009

credevo.

credevo di conoscere la parte nascosta della luna sorridente
credevo di poter scavalcare i monti sacri
dove anime senza peso fra orgasmi
decidono il proprio destino
credevo in un fratello
che è morto, seppellito nei
meandri dell'incoerenza
credevo nell'amore
credevo nel suo effetto benefico
ora rmembro solo il suono
silenzioso delle conchiglie raccolte
ricordi spazzati via

dalle ali della nuova vita
sono pugnali sulla schiena
e proiettili ghiacciati nel cervello
credevo nella razionalità
fino a comprendere che la sola
pazzia ci rende uomini
credevo di credere in qualcosa
o in qualcuno
credevo nella gioia irrisoria del sole
credevo nel romanticismo dei candidi gabbiani
che sfiorano col cuore le onde
di un mare dal volto turpe
credevo.

2 commenti:

Rastagio ha detto...

Questa poesia mostra come te non abbia mai capito un cazzo. Restando sulle tue idee senza ascoltare gli altri l'esito è questo. Mi spiace dirlo ma sei diventato proprio un coglione.

alexeidos ha detto...

sono allibito dal commento. non rispondo a una persona alla quale ho dato molto per finire di non ricevere più nulla. e non insulterò neanche, non ho bisogno di abbassarmi a tanto. c'è chi scrive testi banali con un italiano più che misero nel rap, c'è chi fa poesia... a ognuno il suo

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