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giovedì 14 maggio 2009

Il rimedio per gli affanni.

In questa nostra società che ha reso l'alcool un tabù, un divieto categorico alla persona che vorrebbe anche per solo poco tempo guardare ciò che ha intorno con occhi diversi, assaporando quei momenti senza preoccuparsi di ciò che lo circonda, senza pensare a cosa dire, a scegliere le parole secondo il politicamente corretto a cui ci stiamo purtroppo abituando. L'istinto che prevale sulla ragione a volte risolve situazioni, risponde a domande che solitamente sarebbero incomprensibili a noi stessi. E così, oltre ad essere rimedio per gli affanni, come dice il poeta Alceo, il vino (e l'alcool in generale) rende l'uomo migliore, toglie quella patina di ipocrisia e falsità tipica dell'uomo sobrio (ricordiamo che "in vino veritas").

Ου χρη κακοισι θυμον επιτρεπεν,
προκοψομεν γαρ ουδεν ασαμενοι,
ω Βυκχι, φαρμακων δ΄αριστον
οινον εωεικαμενοισ μεθυσθην.

Non rivolgiamo il cuore alle sventure:
nulla risolveremo tormentandoci,
Bucchis. C'è un solo farmaco infallibile:
farsi portare vino e darsi al bere.

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