Volete creare una pozione per avvelenare il mondo teatrale, un favoloso testo o una sceneggiatura?
Allora prendete un teatro "commerciale", formate un cast di persone che non hanno mai fatto recitazione e che cercano di modulare la voce cadendo solo nel ridicolo e nel patetico, come colonna portante dello spettacolo scegliete un attore di fiction di basso livello, farcite il tutto con un impianto fonico non adeguato (ma perché a teatro usano gli impianti fonici?? cazzo è teatro, non siamo in tv!), aggiungete un bel tocco di superficialità che porta a sconvolgere completamente un testo shakesperiano.
Ecco come rendere l'Amleto, un'opera teatrale risaputamente tragica, una mini fiction male interpretata che prende i colori di un musical dalle battute semplici e a dir poco scontate (alcune molto evitabili, perdipiù).
Il regista ha forse tentato di offrire al pubblico una diversa visione della tragedia ma non ci è riuscito... anzi, ha scambiato la pazzia più estrema che degenera fino a portare alla morte mentale e fisica (si guardi Ophelia) con un'interpretazione ironica e semplicistica dei sentimenti e della psiche umana in tutte le sue sfaccettature.
Ma che cosa ci si può aspettare dal bellone che tanto piace alle ragazzine in sala, quel bellone che esce da un passato di riprese per Elisa di Rivombrosa?
Fuori luogo anche le musiche adoperate. Va bene essere creativi, ma mettere i Massive Attack mi sembra eccessivo... le scelte teatrali e registiche non coincidono in più con la traduzione scelta (di Eugenio Montale) e questo porta lo spettatore a perdere e molte volte a non far cogliere il vero sentimento della vicenda.
Di fronte a tanta bassezza non posso che incazzarmi, perché mi accorgo sempre di più che coloro che si fanno il culo recitando seriamente arriveranno sempre dopo (e a volte non ci arrivano neanche sul palco o davanti alla telecamera).. prima ci sono i bellocci da fiction e le sparapompini dell'aiuto regista.
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